Vallone: chiesto lo stato di calamità naturale

MUSSOMELI – Le abbondanti piogge di questi giorni hanno aggravato le condizioni di viabilità delle principali arterie che collegano il Vallone al capoluogo provinciale a tal punto da spingere il presidente Giuseppe Federico a chiedere al Dipartimento Regionale della Protezione Civile il riconoscimento dello stato di calamità. Una richiesta avanzata congiuntamente al geologo Salvatore Maria Saia, responsabile dell’Ufficio Provinciale di Protezione Civile. Una nota dettagliata sull’attuale situazione di dissesto della rete viaria e sulle cause che ne sono alla base. Le linee stradali di collegamento tra Caltanissetta e gran parte dei centri limitrofi, Mussomeli in modo particolare, dalla sp23 (Serradifalco-Mussomeli) alla sp16 (Acquaviva-Villalba), dalla sp37 alla sp38 (San Cataldo-Mussomeli), versano in gravi condizioni, esasperando l’animo di pendolari e viaggatori comuni. “Sono arterie stradali insediate a servizio di comunità – scrive l’onorevole – ed inserite su un contesto diffusamente collinare e medio-alto montano (quote comprese tra m. 300 e m. 900 s.l.m.), in terreni a forte contenuto argilloso, in superficie molto plastici, clastici e caotici, che si sono modellati, sotto l’azione degli agenti esogeni, in una morfologia tipica degli ambienti che li caratterizzano in questa parte della Sicilia ed i cui termini sono attribuiti alla cosiddetta serie gessoso-solfifera. Arterie stradali necessariamente senza alternativa valida, posizionate in pendii variegati dove le unità territoriali vengono intercalate da forme mammellonari originatesi per effetto di sovrapposizioni di scivolamenti di materiale pseudo-argilloso saturo ed inserimenti erosivi e fenomeni isostatici per sprofondamento, nonché da affioramenti sorgentizi soprassaturi di salamoia diffusi per effetto dell’erosione superficiale”. Nella missiva inoltre si fa anche riferimento a ciò che comporta una tale natura della zona. “In questo contesto – prosegue la nota – l’azione erosiva si confonde con l’andamento morfologico che ne è derivato che, per effetto dell’intensa piovosità, ha acuito un innumerevole numero di fenomeni diffusi di dissesti in atto e rende ipotizzabile, nell’immediato, l’innesco di quelli potenziali in un contesto ormai difficilmente controllabile. I disagi sono notevoli e potrebbero facilmente evolvere in situazioni di pericolosità e rischio per la imprevedibilità dei fenomeni i cui fattori non possono essere demandati al semplice controllo territoriale, visto che i fattori di influenza non riescono più a dipendere dall’azione di indagine e verifica che può porre in essere questa Amministrazione. I corsi d’acqua principali, nella generalità del territorio, – prosegue il presidente – presentano caratteristiche di vecchiaia solo nelle parti a valle, mentre a monte il processo erosivo rimane ancora attivo e sensibile regolando la generale morfologia ed incidendo sui versanti del sistema delle strade. I manufatti devono necessariamente essere inseriti in tali contesti, anche perché forme alternative potrebbero presentare difficoltà sicuramente maggiori alla risoluzione dei problemi tecnici ed a mantenere il sistema ambientale equilibrato. Per la prevalenza delle formazioni argillose il reticolo idrografico del versante è piuttosto sviluppato. I corsi d’acqua hanno regime torrentizio, sono secchi per quasi tutto l’anno e si ingrossano in occasione di precipitazioni originando rapide ed anomale forme di erosione. Nel complesso di tale sistema viario il territorio è interessato, altresì, dalla presenza di diffusi depositi salini nel sottosuolo, – afferma – sfocianti anche a livello superficiale e culminanti con il centro minerario di Bosco- Palo, che hanno reso molto tormentata la vita manutentiva in modo particolare della provinciale n. 38 che costituisce il raccordo essenziale tra Mussomeli ed il territorio della zona Nord della provincia. Per poter affrontare l’attuale situazione di emergenza – conclude Federico – e per il parziale ritorno alla normalità con il ripristino essenziale della transitabilità e dell’utilizzo delle strutture in sicurezza, da una sommaria indagine si ipotizzano interventi che possono essere effettuati per un spesa di 6.000.000 di euro. Ciò premesso con la presente si chiede il riconoscimento dello stato di calamità con i consequenziali provvedimenti attuativi”.