
SUTERA – Un percorso ai piedi del Monte San Paolino, fra le antiche case del quartiere Rabbato, di impronta araba, per rivivere la nascita di Gesù accompagnati da un’atmosfera paesana d’altri tempi. È il presepe Vivente di Sutera. Gente comune che, per queste festività natalizie, si presta a vestire i panni dei propri avi, dedicandosi a lavori umili e spesso faticosi. Al suono delle nenie eseguite dal vivo da cantori e suonatori, o ascoltando i racconti del cantastorie Nonò Salamone, riaffiorano quei valori spesso scordati da questa nostra società della fretta e del benessere. Visitando la cinquantina di postazioni allestite in questa dodicesima edizione, non si può far a meno di provare la sensazione piacevole di essere in un’altra dimensione, di assaporare quella genuinità tipica dei piatti di un tempo: dai ceci lessi al macco di fave, dalla tuma alla trita di mandorle. E può perfino succedere di ritrovarsi prosciolti dall’obbligo scolastico, come è accaduto allo staff di magaze!
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