

Ad accogliere Giuseppe Tornatore la banda, le autorità civili, religiose e militari assieme a una folla di amici, appassionati della sua opera e numerosi palazzesi che hanno voluto essere presenti al suo arrivo. Peppuccio era tornato una sola volta a Palazzo Adriano dopo il termine delle riprese nel 1989: per condividere con la gente che lo ha aiutato e sostenuto l’immensa felicità dell’Oscar – nel ’90 – come miglior film straniero. Adesso – in occasione dell’uscita di “Baarìa”, già inserto tra i cinque film italiani che si contenderanno la candidatura alla nuova edizione degli Oscar come migliore pellicola in lingua non inglese – è ritornato per condividere con la stessa gente l’appartenenza a una stessa comunità. “Saluto e ringrazio le autorità presenti e i miei concittadini”: e subito un applauso calorosissimo ha riempito la Sala Antica del Palazzo comunale, sede anche del neonato museo del cinema, dedicato proprio a “Nuovo cinema Paradiso” e che raccoglie veri e propri cimeli, come la bicicletta di Alfredo, la porta con l’oblo da cui venivano proiettati i film, numerose fotografie scattate sul set. A questi pezzi si aggiunge anche un plastico che riproduce la Palazzo Adriano del 1989, con il “Nuovo cinema Paradiso” che fa bella mostra di se al centro della piazza. “Cercavo una piazza particolare – ha raccontato infatti Tornatore – irregolare: né quadrata, né rettangolare, né rotonda. Fu mio padre a suggerirmi di venire qui. E aveva ragione. Utilizzammo molte maestranze del luogo, a partire dagli elettricisti che ci aiutarono a ricostruire gli impianti di illuminazione come quelli dell’epoca storca in cui si svolgeva la trama del film”.
In occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al regista, Palazzo Adriano e Bagheria – paese d’origine di Tornatore – hanno anche siglato un “patto d’amicizia” nel nome del cinema che unisce.