Morire per mano di uomini senza onore, senza fede e senza ideali.In ricordo dei caduti di Kabul

soldatiIn questo momento tutta l’Italia si sta unendo, tranne poche eccezzioni, al cordoglio verso le vittime italiane di Kabul. Sei Parà del 186° reggimento paracadutisti della Brigata Folgore sono stati uccisi nell’ennesimo vile attentato contro gli uomini delle forze internazionali che in Afghanistan combattono contro i taliban, gli studenti coranici, che in nome di ideali che a noi appaiono fuori daogni logica, è sicuramente lo sono, si fanno esplodere al solo fine di causare il maggior numero possiile di vittime e di danni.

Combattere in Afghanistan può sembrare una cosa inutile, sopratutto commentanto da una comoda poltrona del nostro salotto o da un bar o passeggiando in piazza, ma quegli uomini e quelle donne che ogni giorno rischiano la loro vita in quelle lontane e desolate terre,  dove l’attività principale degli agricoltori è coltivare cannabis, consente a noi di vivere con magggiore sicurezza e tranquillità.

Nessuno dimentichi cosa è avvenuto l’11/09/2001 a New York.

Certo la perdittà di 6 militari italiani è per il nostro Paese un grave lutto, noi siamo abituati a vedere i nostri uomini in uniforme, i nostri giovani soldati soccorrere sorridenti le popolazioni delle zone dove vengono inviati, Kossovo, Serbia, Iraq, Libano, Afghanistan, ed in tutti quegli altri posti che non sempre trovano spazio nelle cronache deggli organi di informazione, dimenticando spesso, o non volendo pensare, che quei posti sono posti di guerra e non di villeggiatura come alcuni vorrebbero far pensare.

Dobbiamo avere il coraggio di chiamare le cose con il loro vero nome e non inventarci aforismi e sinonimi per sfugggire alla realtà, dobbiamo guardare le cose con gli occhi di un adulti non con quelli di bambini, è  mente il nostro primo ministro si “trastulla” in televisione per autocelebrasi non pensa a fornire ai suoi soldati i mezzi di cui necessitano per operare al meglio e con maggiore sicurezza la dove il suo governo li invia a svolgere il loro dovere di Uomini liberi e Soldati dell’Esercito Italiano.

Nel ricordo di questi sei uomini,  Roberto Valente, Antonio Fortunato, Matteo Mereddu, Davide Ricchiuto, Giandomenico Pistoiani e Rassimiliano Randino invito tutti a fare un minuto di silenzio in famiglia per rendere omagio a loro ed alle loro famiglie.