Dai cantastorie al giornalismo critico: Cartavetrata festeggia i suoi primi 7 anni

cartavetrataCAMMARATA – Cosa hanno in comune Roberto Saviano, Ignazio Buttitta, Ascanio Calestini, Ciccio Busacca e Nonò Salamone? Poco o niente. Al primo sguardo, però. Perché se si scava – ma non troppo – nella loro opera, si scorge senza difficoltà un sottile filo rosso che tiene uniti tutti questi personaggi, fino ad arrivare ai bardi, ai menestrelli, ai trovatori, ai cantori dell’età classica. Qual è il legame? L’informazione. Quella con la “i” maiuscola, però, ovvero: l’inchiesta. Esplorativa, conoscitiva. Di denuncia, soprattutto. L’unica differenza: il mezzo di comunicazione. Il giornalismo e il romanzo, la poesia e la musica, la satira.

Ed è per sviscerare e spiegare le radici di questo legame che l’associazione “Cartavetrata” di Cammarata ha organizzato domenica 9 agosto, nella terrazza del bar “Ambassador”, una conferenza-dibattito per celebrare i “primi” sette anni della sua attività. “Dai Cantastorie al giornalismo critico. Denuncia e consapevolezza” il tema della serata, che ha fatto da leit motiv agli interventi degli ospiti. I ragazzi di “Cartavetrata” infatti si sono affidati all’esperienza di Enzo Alessi – scrittore, attore, giornalista e noto volto della televisione agrigentina – e alla passione di Lina Vizzini – attrice e scrittrice, autrice di una pubblicazione interamente dedicata ai cantastorie e intitolata “Storie di cantastorie”. Presente anche il sindaco di Cammarata Vito Diego Mangiapane.


Una calda serata d’estate ha fatto da cornice alla discussione, intervallata dalla performance musicale dei componenti di “Cartavetrata” che hanno “sceneggiato” due note canzoni. La prima, “U trenu di lu suli”, scritta da Ignazio Buttitta nel 1963 in memoria della tragedia di Marcinelle del 1956, in Belgio: l’8 agosto ricorreva infatti il 53esimo anniversario del rogo nella miniera di carbone, in cui persero la vita 262 lavoratori di cui 136 italiani. La seconda – a conclusione della serata – è stato il “Lamentu ppi la morti di Turiddu Carnevali”, scritta dal solito Buttitta nel ’56 e cantata da Ciccio Busacca, con la quale viene tramandato alla memoria l’assassinio del sindacalista Salvatore Carnevale a opera della mafia di Sciara, avvenuto a Palermo il 16 maggio 1955. Proiettati anche alcuni filmati: uno sketch tratto da “Aprile” di Nanni Moretti, il video-messaggio di Roberto Saviano al Festival del Giornalismo d’Inchiesta tenutosi dall8 al 10 maggio scorsi, il video “Il popolo è un bambino” di Ascanio Calestini tratto dalla trasmissione televisiva di Rai Tre “Parla con me” di Serena Dandini. Ma sul video sono apparse anche le immagini della pièce teatrale “Parlu ccu tia”, atto unico in dialetto siciliano dedicato proprio al mondo dei cantastorie, realizzato da “Cartavetrata” in collaborazione con l’associazione “L’Arca” e messo in scena lo scorso 7 giugno.




Pierangela Maniscalchi