Cultura – San Paolo giornalista “ad honorem”: la proposta di Nino Barraco

Poliglotta, di profonda cultura e abile nell'usare la penna "come si tira di fioretto": non a caso viene quasi sempre rappresentato con la spada fra le mani. È considerato il primo grande "addetto stampa" ante litteram, al servizio niente popò di meno che del Figlio di Dio. Di chi stiamo parlando? Di Saulo di Tarso, noto al mondo intero come san Paolo, "apostolo delle genti". Estremo difensore del cristianesimo, storici e studiosi lo indicano addirittura come il vero fondatore di questa religione, basata su un comandamento supremo: l'amore. Ed è proprio questo il messaggio che san Paolo (di cui si celebrano i duemila anni dalla nascita in quello che il papa ha indetto come Anno giubilare paolino) ha annunciato in vita e che continua a fare attraverso le 13 Lettere del Nuovo Testamento. Con questo curriculum poteva passare inosservato? Certo che no: per questo Nino Barraco – giornalista siciliano da oltre 50 anni al servizio dell'informazione – ha scritto al presidente dell'Ordine nazionale Lorenzo Del Boca per proporre l'iscrizione honoris causa all'Albo dei giornalisti per san Paolo.
La risposta non si è fatta attendere: "La richiesta – scrive Del Boca a Nino Barraco – è curiosa ma non stravagante. In effetti san Paolo è stato un grande dell'informazione. A questo suo lavoro ha dedicato impegno e tenacia ottenendo dei risultati assai significativi". L'iscrizione non è però possibile perché "il nostro – spiega Del Boca – è un albo per chi, hic et nunc, sta esercitando la professione". Aggiunge il presidente dell'Ordine che "Ad honorem non possiamo nemmeno tenere l'iscrizione di grandi colleghi", citando Biagi, Montanelli e Giovannini. Quello che si può fare però è magari un convegno che sarebbe un'occasione per "dibattere la questione dei giornalisti del passato che ci mandano una lezione direttamente dalla storia" e fra questi – perché no – annoverare san Paolo.
Scriveva Pier Paolo Pasolini che "Paolo è qui, tra noi. Egli demolisce rivoluzionariamente, con la semplice forza del suo messaggio religioso, un tipo di società fondata sulla violenza di classe, l'imperialismo, lo schiavismo". A queste parole fa eco Barraco: "San Paolo è davvero cronista, inviato speciale, editorialista, che sa raccontare la mondialità, il senso, il significato della storia. La risposta del presidente dell'Ordine è stata di particolare, sensibile attenzione, prospettando un convegno che tenga presente, tra i colleghi del passato, la comunicazione di san Paolo come narratore di fatti e testimone della Notizia. Una opportunità, questa, certamente di alto significato".

 

Pierangela Maniscalchi