Palermo, intitolazione di una via a Michele Pantaleone

PALERMO. Dal 27 maggio il capoluogo siciliano avrà la sua via intitolata a Michele Pantaleone. Con l’organizzazione del Comune di Palermo e del presidente del Football Club Antimafia Isidoro Farina, l’intitolazione si terrà nei pressi della sua abitazione in via Borremans (angolo via Galileo Galilei) alle ore 16.
Nel corso della mattinata, invece, si svolgerà presso la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi, a partire dalle ore 11, una conferenza dal titolo “A cavallo della tigre: Michele Pantaleone, personaggio scomodo” durante la quale lo scrittore villalbese sarà ricordato dalle testimonianze degli amici che lo hanno conosciuto.

Michele Pantaleone (Villalba 1911, Palermo 2002) è stato un giornalista, politico e scrittore impegnato costantemente nell’opera di denuncia della mafia. Negli anni ’40, quando la mafia e tutto l’universo di simboli, caratteristiche, regole e riti di cui si compone rappresentavano un tabù che nessuno osava infrangere, la sua voce, o meglio, la sua penna ha rappresentato una voce fuori dal coro rispetto a coloro che continuavano ostinatamente ad affermare che si trattasse soltanto di “un’invenzione”.

Nasce a Villalba, dominio incontrastato del boss più potente della Sicilia del tempo, Don Calgero Vizzini. Dunque la terra che ha dato i natali al massimo esponente della mafia, per contro, ha visto venire al mondo anche colui che ne è diventato il più accanito e scomodo oppositore. La sua lunga attività di denuncia senza sconti e senza filtri, la sua battaglia condotta con le armi forse più potenti, le parole, il suo costante impegno nello svelare un universo che doveva rimanere sconosciuto, lo hanno portato a diventare negli anni un personaggio scomodo. Un “pazzo” visionario sul quale per anni è calato il silenzio, solo recentemente, infatti, hanno iniziato a manifestarsi da più parti interessanti stimoli per il risveglio delle coscienze.

Numerose le pubblicazioni tra cui Mafia e Politica, Mafia e droga, Antimafia occasione mancata, A cavallo della tigre, Omertà di Stato. Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con L’Ora, I Siciliani, Stampa sera, Giornale di Sicilia, L’Espresso, L’Europeo e molti atri giornali, sia regionali che nazionali.

Negli ultimi anni di vita Pantaleone ha trasferito la sua lotta alla criminalità organizzata nelle scuole. Ha incontrato migliaia di studenti ai quali ha raccontato la sua storia, le origini del suo impegno, le denunce. Con un entusiasmo travolgente li ha incitati a non avere paura e a non perdere la speranza perché “se le cose sono sempre andate così non vuol dire che non possano cambiare”. E il cambiamento è possibile solo se si riesce a mettere in pratica l’idea e a farla diventare sostanza. Michele Pantaleone ha fatto di quella idea la sua missione di vita.

Ci ha insegnato ad essere disobbedienti, sempre coerenti con noi stessi, senza eccezioni. Ha dimostrato, con il suo coraggio e la sua perseveranza, che si può sempre scegliere che tipo di persona essere e quali battaglie combattere.

E’ stato il precursore dell’antimafia aprendo la strada a scrittori, giornalistici, politici e semplici cittadini che, seguendo le sue orme, si sono ribellati alla cultura dell’omertà. Ed è proprio nel loro lavoro che si trova la sua eredità, in coloro che credono nell’importanza di raccontare sempre la verità, di scavare a fondo nei fatti e non si accontentano di descrivere solo ciò che appare in superficie, che vogliono cambiare il mondo in cui vivono, renderlo migliore.

Flavia Fruscione