Latte e formaggi: in Sicilia scatta l’obbligo di indicare la provenienza nell’etichetta

In Italia è scattato ufficialmente ieri, mercoledì 19 Aprile, l’obbligo di inserire nelle etichette di tutti i prodotti lattiero-caseari l’origine della materia prima e quindi la provenienza. Questo strumento innovativo, infatti, consentirà ai consumatori di scegliere senza inganni l’origine del latte, burro, mozzarella, yogurt, formaggi vari e latticini a base di latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale. L’indicazione sarà “chiara, visibile e leggibile facilmente per ogni utente”. Questo regolamento entra in vigore, dunque, anche Sicilia dove circa il 40-50% dei propri fabbisogni come prodotti lattiero caseari è importato dall’Italia o dall’estero.

Per la precisione, tutte le confezioni di latte o prodotti che ne derivano, devono indicare il nome del Paese dove è stato munto il latte, nonchè quello dove è stato trasformato. C’è un’eccezione: qualora il latte utilizzato sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l’origine posta sull’etichetta può presentare la sola dicitura “Origine del latte: Italia”.

Se invece le fasi di confezionamento e trasformazione si svolgono fuori dall’Italia, l’indicazione presenterà la dicitura: “Latte di Paesi Ue” se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei. Se tutte le operazioni citate prima avvengono fuori dall’Ue, allora la dicitura sarà: “Paesi non Ue”.

Maggiore chiarezza ci sarà anche in Sicilia dove si importano circa il 40-50% dei fabbisogni come prodotti lattiero caseari. Vengono importati, nel dettaglio, latte fluido, latte in polvere, cagliata e prodotti caseari. Con l’ingresso di questa nuova legge verrà fornita maggiore attenzione per i piccoli produttori che realizzano i propri prodotti con materie prime esclusivamente locali. “L’etichetta d’origine del latte – afferma Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia – tutela anzitutto i consumatori e riconosce il lavoro effettuato dei produttori. Tutte le mamme siciliane adesso sapranno se il latte dato ai propri figli è italiano oppure proviene dall’Europa”.