Gli insegnanti come moderni venditori porta a porta, in giro per le case a piazzare il proprio Istituto: “Quando mio figlio ha aperto si è trovato di fronte due persone che si qualificavano come docenti. Erano in cerca di alunni delle medie interessati ad iscriversi nella loro scuola”. A raccontarlo è Mariarita, sgomenta, insieme a molti altri genitori, dei nuovi metodi per la “propaganda” degli istituti scolastici del territorio dei Sicani.  Una gara senza regole dove vince chi riesce a raggiungere con più informazioni possibili gli studenti alle prese con gli esami di terza media, facendo ricorso non solo all’ospitalità sul luogo ma anche a operazioni di “vendita” del pacchetto formativo a domicilio. Ma sono tante le trovate con cui i dirigenti scolastici si ingegnano per incrementare il numero degli iscritti, complice la preoccupazione di perdere la reggenza dell’istituto a causa di un generale impoverimento delle percentuali di bambini e giovani presenti su tutto il territorio dei Sicani (proprio per questo identificato come area su cui intervenire con la Strategia Nazionale per le aree interne).

“Nè più nè meno che una campagna acquisti, con i gli alunni che somigliano sempre più ad un prodotto sul mercato e una scuola che ragiona col cinismo di un’azienda che guarda ai profitti e non alla qualità”. Maria Luisa Romano – Preside del plesso di San Biagio Platani appartenente all’Istituto Comprensivo “Galileo Galilei” di Raffadali –  dice la sua all’interno del dibattito infuocato sul tema dell’orientamento dei ragazzi. A sollevare il caso a San Biagio Platani e Sant’Angelo Muxaro è la vera e propria caccia ai nuovi alunni istituita nel territorio dei Sicani, dove proprio in queste settimane tutte le scuole secondarie di secondo grado, tra Istituti tecnici, Geometri, Istituti professionali e Licei, sono impegnate negli open day: giornate dedicate all’accoglienza e all’informazione dei nuovi potenziali alunni, in cui si fa bella mostra di spazi, aule, palestre, laboratori e soprattutto dell’offerta formativa.

Oggetto della contestazione della Preside Romano è quanto accaduto sabato scorso a San Biagio Platani. “I ragazzini delle terze medie sono stati contattati fuori dal nostro Istituto ed è stata proposta una visita presso L’IISS “Luigi Pirandello” di Bivona”, fornendo loro un appuntamento in piazza”. Un autobus messo a disposizione dall’Istituto bivonese ha trasportato i piccoli partecipanti in sede per una visita conoscitiva della realtà scolastica. Il fatto ha generato la disapprovazione non solo dei docenti designati al ruolo di orientamento all’interno della scuola di San Biagio, ignari dell’incontro, ma anche dei genitori che hanno bloccato l’uscita dei propri figli non ritenendola una visita autorizzata dai docenti.

“Un comportamento scorretto. Alcuni presidi non garantiscono lealtà e trasparenza, e non utilizzano le stesse regole seguite dalle altre scuole a cui si da equamente spazio – continua la Preside Romano –  È giusto che i ragazzi abbiano un’informazione a tutto campo sulle possibilità di scelta, così come è giusto che siano motivati ed accompagnati dagli insegnanti che li hanno seguiti nel loro percorso di crescita e che li conoscono bene. L’orientamento  è un programma ministeriale e va concordato con le scuole medie che per anni preparano a questo momento i ragazzi, aiutandoli a capire le proprie inclinazioni e ambizioni. Le visite nelle scuole non possono essere “organizzate in gran segreto” come se fossero attività che esulano dalla quotidianità scolastica. Se i ragazzi sbagliano, perché sono stati informati male o non sono ben coscienti di cosa li aspetterà – conclude Romano –  rischiano di fare una scelta di cui si pentiranno, e perderanno un anno della loro vita, che, in questo momento storico, è un fatto grave. E poi se sbagli scuola ti deprimi psicologicamente”.

Uno scontro tra istituti che non risparmia colpi bassi. È così che alcune  scuole del territorio diventano protagoniste di un vero e proprio processo di aziendalizzazione e, messe da parte le sfumature del miglioramento del prodotto (ovvero la qualità dell’offerta formativa e del corpo docente) –  preferiscono puntare fortemente sul profitto, con una disperata caccia ai nuovi potenziali alunni, mentre il profilo di dirigente scolastico si allontana sempre più dalla componente educativa/didattica per sposare il ruolo del dirigente-manager, con competenze gestionali/amministrative. A farne le spese gli alunni, sempre più disorientati dalla qualità e quantità di informazioni che riguardano il proprio futuro, proprio mentre sono alle prese con la scelta che segnerà il loro avvenire.