Crisi idrica, la Regione punta a riaprire i pozzi Sant’Elia. Il Sindaco Cacciatore: “Si strumentalizza l’emergenza”

S. STEFANO QUISQUINA – Le zone più in alta quota dei Sicani continuano ad essere alle prese con l’emergenza neve e con le difficoltà che hanno messo in ginocchio le aziende agricole bloccando le risorse idriche per congelamento dei tubi e portando allo sversamento nei rifiuti di centinaia di litri di latte prodotti che non sono stati raggiunti dalle autobotti e cisterne prima che andassero a male. In seguito alla crisi idrica nell’Agrigentino, la Regione punta a riaprire i pozzi Sant’Elia nel territorio di S. Stefano Quisquina: nella riunione del 9 gennaio con il Dipartimento Regionale Acqua e rifiuti è emersa la scelta di “fronteggiare la crisi idrica delle provincie di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo, causata dal perdurare della siccità, allo scopo di garantire la prosecuzione dell’approvviggionamento idrico-potabile delle Provincie in argomento. “Il Comune di Santo Stefano Quisquina, a quella riunione, non ha potuto essere presente perchè risultavano impercorribili le strade urbane ed extraurbane. Ed ha chiesto, visto che erano alle prese con l’emergenza neve, il rinvio a data da destinarsi – dichiara il Sindaco di S.Stefano Francesco Cacciatore – “L’Amministrazione Comunale ha già manifestato la propria contrarietà all’utilizzo dei Pozzi Sant’Elia mettendo in evidenza il paradosso e la strumentalità di una “emergenza idrica” in presenza di una delle nevicate più abbondanti degli ultimi dieci anni”, comunica il Sindaco Cacciatore con una nota, “come si sa, più che la pioggia, sono le nevicate che rimpinguano i bacini idrogeologici e gli invasi idrici (Leone, Fanaco, Castello). Pertanto nel ribadire la posizione storica del nostro Comune sulla gestione pubblica dell’acqua e sulla difesa delle preziose risorse idriche del territorio, subito dopo l’incontro si renderà edotta la popolazione sugli esiti dello stesso ed eventualmente sarà convocata un’assemblea cittadina.”