Bivona: sul caso del randagismo il Sindaco Panepinto “provvederemo alla tutela degli animali”

BIVONA – Ieri vi avevamo raccontato dei cani trovati morti nel comune montano di Bivona. Oggi siamo stati nella sede del Palazzo comunale per sentire cosa hanno da dire a riguardo i vertici dell’amministrazione comunale e come intendono risolvere il problema. Abbiamo parlato con il primo cittadino di Bivona, On. Giovanni Panepinto, il quale ha voluto sottolineare che il servizio randagismo viene gestito dall’Unione dei Comuni Platani Quisquina Magazzolo, in seguito al conferimento di detto servizio deciso da tutti i comuni aderenti. Secondo la relazione dell’Organo di revisione della Corte dei Conti, il Comune di Bivona ha un debito nei confronti dell’Unione dei Comuni di 65 mila euro; è possibile che il servizio sia stato bloccato a cause delle inadempienze del Comune nei confronti dell’Unione? Riguardo agli avvenimenti recenti, il sindaco ha invitato: il responsabile del servizio veterinario, il comandante della polizia locale, l’ufficio sanitario, il direttore del distretto sanitario, il comandante della stazione dei carabinieri, di provvedere alla verifica di quanto denunciato nei giorni scorsi e di adottare i dovuti provvedimenti di carattere igienico-sanitari a tutela degli animali. Inoltre è stato invitato il comandante della polizia locale di provvedere ad un’ispezione del centro urbano e delle periferie per accertarsi dell’esatta portata del fenomeno e per eventuali segnalazioni alla magistratura.

IDENTIFICATE DUE AREE DA ADIBIRE A CANILE – In merito abbiamo sentito anche uno dei responsabili dell’associazione nata nel mese di settembre, proprio a Bivona, per la tutela degli animali. L’associazione ha richiesto la concessione da parte del Comune di un’area destinata ai cani. L’amministrazione ha offerto due locali: uno situato presso l’ex isola ecologica, che sarebbe facile da raggiungere, ma che necessiterebbe di alcune concessioni in quanto rientra nell’area del Parco dei Monti Sicani e richiederebbe la costruzione di un’infermeria e uno spogliatoio, ed un’altro presso un terreno confiscato, il quale sarebbe immediatamente utilizzabile, ma fuori dal centro abitato. L’associazione è anche riuscita, con molte difficoltà, a salvare circa 25 cagnolini dal loro destino, quello di diventare randagi.

VINCENZO LO PRESTI