Kamarat, Paolo Scalia accetta l’amaro verdetto: “Abbiamo fatto il possibile, Cammarata sarà sempre nel mio cuore”

CAMMARATA – Due retrocessioni nel giro di un anno sono spesso difficili da commentare. In particolare quella di domenica quando un episodio (sfortunato) ha completamente condannato il Kamarat alla retrocessione in Promozione. Stiamo parlando del play out contro il Pro Favara deciso dalla punizione di Priolo al minuto numero 76’: match che si è disputato sotto una bella cornice di pubblico al comunale dei “Salaci”. E’ stata una stagione difficile per i biancoazzurri, sia a livello di squadra che socioeconomica. Tanti i cambiamenti in corsa, troppi gli interrogativi, innumerevoli gli alti e bassi. Contro i favaresi sarebbe bastato anche un pareggio per mantenere l’Eccellenza. Questo non è arrivato per merito di un Pro Favara del resto opportunista, attento e ordinato, che ha avuto i suoi meriti. E’ l’allenatore Paolo Scalia, arrivato nel mese di novembre al posto del dimissionario Salvatore Restivo, a commentare l’amaro verdetto di domenica. “Risultato immeritato – ha spiegato a mente fredda il tecnico riberese. Sull’azione del loro goal andava fischiata una precedente punizione a nostro favore, che purtroppo non è stata segnalata. Ritengo che la gestione della gara da parte dell’arbitro non sia stata all’altezza della situazione. Questo episodio ci ha condannati: ai ragazzi non posso rimproverare nulla. Se avessimo raggiunto la salvezza non ci sarebbe stato nulla da dire. Il calcio purtroppo è così. Un errore può essere determinante e fatale”.

Paolo Scalia spiega che è stato fatto il massimo, fin dal primo giorno dal suo insediamento, pur di evitare la retrocessione. “Abbiamo dato tutto quello che potevamo dare – ha proseguito – considerata la qualità dell’organico e viste le varie problematiche. Per le qualità che avevamo abbiamo fatto il nostro dovere, forse anche più. Ho preso la squadra in una situazione abbastanza particolare e l’ho portata alla conquista di 21 punti, disputando un girone di ritorno più che positivo. Credo che la rosa si stata stravolta tra addii e partenze a novembre e dicembre. Mi riferisco ai vari Kouyo, Nicastro, Morosanu, Alagna, Pino, Lomonaco, Privitera e Lo Bianco: tutti elementi per noi importanti. Questi cambiamenti hanno influito sull’andamento della nostra stagione. L’errore principale? Forse io e i dirigenti l’abbiamo commesso nel mercato dicembrino – ha confessato Scalia – quando dovevamo trovare una punta di peso che ci avrebbe garantito un buon numero di goal. Purtroppo non è arrivata, ma non è una polemica indirizzata alla società”.

Troppa discontinuità per questo Kamarat dal punto di vista dei risultati ottenuti in casa (positivi) e in trasferta (molto negativi). L’allenatore Paolo Scalia prova a chiarire questo dato emblematico. “In casa abbiamo figurapaolo scalia2to ottimamente contro corazzate dal calibro di Gela, Dattilo, Paceco, Sancataldese e Alcamo. Alcune di queste partite le abbiamo pure vinte. Cosa non è andato in trasferta? Probabilmente abbiamo peccato d’inesperienza visto l’organico piuttosto giovane e l’impiego di parecchi ragazzi alla loro prima stagione in Eccellenza. Alcuni hanno sentito la pressione più di tutti. Contro il Pro Favara per esigenza ho schierato un centrocampo giovanissimo, tra 97’ e 98’. Ho lavorato in condizioni un pochino disagiate, talvolta in allenamento non riuscivo a ritrovarmi la rosa interamente a disposizione: questa però non è una scusa. Ripeto: con una punta di categoria avremmo potuto lottare per altri obiettivi”.

Infine un messaggio particolare va all’intera tifoseria biancoazzurra che domenica ha dovuto accogliere questo verdetto pesantissimo da digerire. “I tifosi domenica sono stati esemplari e grandiosi – ha sottolineato Paolo Scalia. Mi dispiace veramente per loro perché una piazza come Cammarata non avrebbe mai meritato un epilogo del genere. La squadra è dei tifosi e loro devono sapere che il nostro lavoro l’abbiamo fatto. Immagino la loro delusione: abbiamo fatto il possibile per renderli felici ma non ci siamo riusciti. Grazie a loro – ha concluso – mi sono innamorato del Kamarat fin dal primo giorno di allenamento. Mi sono sentito parte integrante di una comitiva fantastica. Cammarata è una grande piazza, rimarrà sempre nel mio cuore a prescindere da come è andata questa stagione”. Disamina chiara e precisa di un campionato d’Eccellenza che, almeno il prossimo anno, non vedrà più i colori del Kamarat dopo dieci lunghissimi anni. Sarà solamente un arrivederci oppure si è chiuso un ciclo?

Giuseppe Varsalona