CAMMARATA – Dopo i diversi casi di brucellosi riscontrati nel messinese negli scorsi giorni, è giunta la notizia di due casi anche a Cammarata, ma si può stare tranquilli perché i controlli sono costanti e a tappeto su tutti i capi e in ogni allevamento.

“Nessun allarmismo né emergenza” – spiega il Dott. Carmelo Panepinto, veterinario e Sindaco di San Giovanni Gemini, raggiunto al telefono da Magaze. “I veterinari del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell’ASP sono impegnati in un continuo monitoraggio ma anche in campagne di prevenzione – continua Panepinto. I dati fondamentali e che ci possono tranquillizzare sono questi: i capi infetti individuati a Cammarata non sono ovicaprini, ma bovini di allevamenti non da latte; inoltre, gli animali sono stati introdotti nel nostro territorio e provenivano da allevamenti di un’altra provincia. I controlli puntuali hanno perciò permesso di individuare immediatamente i casi e di circoscriverli. Tutto questo può rassicurarci perché il nostro patrimonio locale continua ad essere assolutamente sano e controllato”.

La brucellosi è una malattia infettiva causata da batteri appartenenti al genere Brucella. E’ una grave malattia trasmissibile all’uomo con un notevole impatto sociale ed economico. La trasmissione della malattia all’interno di un allevamento avviene tramite ingestione di materiale contaminato, ma è possibile anche la trasmissione per via sessuale o la trasmissione congenita da madre a figlio. Gli animali gravidi possono perciò trasferire la malattia a livello uterino ai propri figli e, per questa ragione, nei programmi di eradicazione è obbligatorio eliminare sia gli animali infetti che la loro progenie.

La trasmissione dell’infezione all’uomo può avvenire attraverso cibi o bevande contaminati, per inalazione, tramite piccole ferite sulla pelle. La via più comune di contagio dell’infezione, essendo il batterio della brucellosi presente anche nel latte degli animali infetti, avviene a seguito di consumo di formaggi o latte contaminati; quella per inalazione riguarda soprattutto le persone che svolgono determinate occupazioni, in particolare quelle che lavorano in laboratori dove vengono coltivati questi batteri.

Ma esistono diverse misure di controllo e prevenzione: le analisi periodiche dei bovini e degli ovicaprini, in particolare nelle regioni italiane non ufficialmente indenni sono previsti due controlli annuali in tutti gli allevamenti bovini e bufalini ed un controllo annuale in tutti gli allevamenti ovicaprini ufficialmente indenni; l’abbattimento dei capi che risultano positivi all’infezione e l’esclusione dal consumo umano del latte proveniente dagli animali infetti; l’applicazione di misure di biosicurezza all’interno degli allevamenti positivi (isolamento degli animali positivi, in attesa di essere inviati al mattatoio, dal resto della mandria, disinfezioni, bonifica dei pascoli ecc.).