Kamarat, tanto rammarico: con la Folgore Selinunte finisce a reti bianche

CAMMARATA – E’ terminato a reti bianche il match dei “Salaci” di Cammarata tra il Kamarat e la Folgore Seninunte del neo allenatore Catanese, valevole per la 12° giornata d’Eccellenza “A”. Uno 0-0 che sta stretto ai padroni di casa che sul piano delle occasioni, prima create e poi sciupate, avrebbero potuto vincere questa sfida salvezza. Non è stata da meno la compagine ospite che in campo ha dimostrato il proprio carattere, giocando a sprazzi anche una partita ordinata e aggressiva. Tanto agonismo in campo, ben otto ammoniti, un’infinità di occasioni gettate alle ortiche per la scarsa precisione degli attaccanti. Nonostante il risultato finale, questa partita è stata emozionante e coinvolgente. Il tutto, in uno stadio completamente vuoto perché il match è stato giocato a porte chiuse: la questura ha infatti ritardato ad inviare in tempo la notifica alla società biancoazzurra. Così il tifo caldo dei padroni di casa si è posizionato sopra le mura per sostenere e incitare i ragazzi di Scalia, che escono dal terreno di gioco con il rammarico di chi avrebbe meritato qualcosa in più.

IL TABELLINO:
KAMARAT 0
FOLGORE SELINUNTE 0

KAMARAT: Lo Nardo, Alagna, Corso (91’ Lo Guasto), Raccuglia, Lo Bianco, Immesi, Calì (68’ Landolina), Privitera, Dragna, Ceraulo, Margarini. A disp.: Dani, Infantino, Munì, Madonia, Di Piazza. All.: Paolo Scalia.
FOLGORE SELINUNTE: Montagna, Scappini, Scianni, Montepiano, Bonino, Morici, Seckan, Messina Denaro, Galluzzo (85’ Ganci), Licata, Bongiovì (54’ Iattarelli). A disp.: Bollara, Puleo, Sparacia, Corona, Mangiaracina. All.: Massimiliano Marrone (Tarcisio Catanese da oggi).
ARBITRO: Luca Cherchi di Carbonia; assistenti Pietro Calvaruso di Palermo e Ezio Vesco di Trapani.
NOTE: Match giocato a porte chiuse. Temperatura tipicamente invernale, terreno di gioco in buone condizioni. Ammoniti Privitera, Bongiovì, Ceraulo, Morici, Scianni, Bonino, Lo Bianco e Montepiano. Allontanato dalla panchina al 91’ l’allenatore del Kamarat Paolo Scalia per proteste. Calci d’angolo: 5-4. Recuperi: 2’-4’.

LA CRONACA – Prima mezz’ora di gioco equilibrata. Al 3’ calcia alto Montepiano. Al 10’ invece l’attivissimo Dragna conclude da fuori ma senza potenza. La Folgore gestisce bene il possesso palla, i biancazzurri cercano le giuste misure sfruttando il gioco sulle fasce. Al 26’ è Bongiovì a divorarsi il vantaggio con il suo tiro a mezza altezza che viene ipnotizzato dall’attento Lo Nardo. E’ un botta e risposta ai “Salaci”. Al 33’ ci prova Ceraulo dalla distanza: il suo spiovente per poco non s’insacca all’incrocio. Brividi per Montagna. Il giovane di colore Seckam, al 40’, non inquadra lo specchio della porta da buona posizione dopo una lunga discesa. Poi, al 43’, gran botta su punizione del solito Ceraulo con Montagna che si distende e manda in angolo. Per la prima frazione può bastare così.

A dir poco emozionante il secondo tempo, contraddistinto da errori sottoporta quasi imperdonabili. Quando parte in contropiede la Folgore è temibilissima. Infatti, al 56’, è imponente la discesa dell’ex Galluzzo sulla destra: il suo piattone non sorprende però Lo Nardo che spazza la minaccia mettendoci i guantoni. Le due squadre si allungano parecchio, molti dei giocatori pagano la stanchezza di un match fisicamente pesante. Dragna, al 64’, sciupa clamorosamente il suggerimento su calcio piazzato di Privitera: da pochi metri il suo colpo di testa non inquadra la porta. Non ci crede nemmeno lui. Tre minuti dopo, ancora Dragna protagonista, ma stavolta è necessario il miracoloso intervento di Montagna per respingere la botta di prima intenzione. Su ripartenza micidiale, al 71’, Seckam recupera un pallone quasi perso, serve in area Messina Denaro il cui tiro incoccia la traversa a Lo Nardo battuto. Sospiro di sollievo dei biancoazzurri che all’85’ possono portarsi in vantaggio con Dragna che, dopo essersi liberato in velocità dell’ultimo difensore folgorino, manda sopra la traversa. Si spengono i riflettori dello stadio semivuoto. La Folgore incassa un punto sudatissimo, il Kamarat si morde le mani per averne buttati due.

Giuseppe Varsalona