Kamarat, Nino Ilardi ai saluti: “Lascio un paese straordinario”. L’intervista esclusiva

CAMMARATA – Tre stagioni stupende e ricche di soddisfazioni per uno dei portieri più forti del campionato d’Eccellenza e forse anche più. Dopo tre anni favolosi è giunta l’ora dei saluti per l’estremo difensore Nino Ilardi, guardiapali classe 1988 del Kamarat che nella prossima stagione vestirà la casacca della Castelbuonese, società neopromossa in Eccellenza. Arrivato dal Città di Casteldaccia nella torrida estate del 2011 grazie ad una intuizione del ds Vincenzo Mangiapane, Ilardi si è dimostrato fin da subito un portiere affidabile e un uomo spogliatoio. Carattere garbato e serio, poche parole ma tanta qualità in campo. Con sé lascia ricordi indimenticabili di una cittadina che l’ha accolto benissimo e reso beniamino nel giro di pochi mesi. Le sue innumerevoli parate hanno permesso al Kamarat di raggiungere traguardi importanti: per lui due apparizioni nei play off regionali e una finale storica di coppa Italia con la compagine biancoazzurra. Nino Ilardi, palermitano di nascita, abbandona Cammarata calcistica per esigenze personali e lavorative, nonché per la volontà di avvicinarsi ulteriormente alla propria famiglia. Inizia adesso una nuova avventura per l’estremo difensore, ben voluto dalla tifoseria e dall’intero ambiente cammaratese. Come lui stesso ci ha riferito, potrebbe trattarsi di un arrivederci e non di un addio definitivo. Il portiere oramai ex Kamarat è stato contattato telefonicamente dalla nostra redazione ed ha risposto alle domande sul suo passato, presente e futuro. Ecco l’intervista esclusiva.

308952_320871744594293_286041291410672_1526207_1061363673_nCiao Nino. Lasci il Kamarat dopo tre anni meravigliosi e difficili da dimenticare. Cosa ti porti da questa esperienza?

“Innanzitutto vi ringrazio per lo spazio che mi state concedendo. Ho conosciuto persone stupende a Cammarata e i miei tre anni li reputo più che positivi. Lascio un ambiente fantastico e ricco di persone importanti. In primis il mister Renato Maggio con cui ho condiviso esperienze indimenticabili. Poi il direttore Vincenzo Mangiapane che mi volle fortemente nel 2011 e Filippo Lo Presti. La persona che porterò per sempre nel mio cuore è l’amico Giovanni Scrudato che adesso non c’è più: per me come un fratello in campo e fuori.”

Come reputi i tre anni vissuti a difendere la porta del Kamarat?

“Li riassumo con un solo termine: fantastici. Tre stagioni positive sotto tutti i punti di vista, dal lato personale e collettivo. Abbiamo conquistato per due volte i play off con Renato Maggio e una prestigiosa finale di coppa con Marco Di Piazza. Mi sono sentito come un paesano, visto che ho trascorso tantissime ore ogni giorno a Cammarata. Di persone ne ho conosciute moltissime. Lascio con me troppi ricordi.”

Tu sei un beniamino della tifoseria biancoazzurra. Cosa vuoi dire loro?

“Anche loro sono stati splendidi con me. Ogni aggettivo è superfluo. Dico loro di continuare a incitare con passione la propria squadra. Credo che meritino la categoria perché dimostrano perfettamente passione ed entusiasmo.”

Che progetto troverai a Castelbuono? Cosa puoi dirci di questa piazza?

“E’ una società organizzata, nonché una piazza piena di entusiasmo dopo il salto di categoria in Eccellenza. Condividerò un progetto giovane e ci alleneremo a Bagheria. Come nel Kamarat, puntano molto nei valori umani ancor prima di quelli calcistici. Cercherò di affrontare questa nuova esperienza con il massimo dell’impegno e della serietà.”

Potresti, in futuro, ritornare a Cammarata?

“Tutto è possibile, non è detta mai l’ultima parola. Il mio non è un addio, ma un semplice arrivederci. Tornerò volentieri perché lì ho lasciato tanti amici, molti dei quali fratelli per me. Ogni tanto verrò a vedere le partite del Kamarat e a tutta la dirigenza lancio un grosso in bocca al lupo per l’immediato futuro”.

Giuseppe Varsalona