L’Ars ha approvato la sospensione del Piano Paesaggistico di Agrigento

L’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato l’ordine del giorno, presentato dal deputato Giovanni Panepinto, che sospende gli effetti del Piano Paesaggistico di Agrigento.
Un risultato che consentirà di riaprire un confronto con amministratori locali, ordini professionali e cittadini.
L’iniziativa è scaturita dal Forum promosso dal PD che ha coinvolto amministratori locali e tecnici in merito alle questioni emerse in seguito alla pubblicazione del Piano Paesaggistico.
Il segretario provinciale del PD Peppe Zambito esprime soddisfazione per il risultato ottenuto e ringrazia Giovanni Panepinto che si è speso con determinazione e ha rappresentato le istanze di amministratori, tecnici e cittadini.
Il Partito Democratico, con il coordinamento di Livia Scibetta – Responsabile Ambiente e Territorio del PD di Agrigento – e dell’Arch. Giuseppe Mazzotta, continuerà ad occuparsi della questione per elaborare proposte concrete affinché l’opportunità della sospensione non venga sprecata, ma diventi occasione di confronto con l’obiettivo che questo piano diventi un vero strumento di tutela e di sviluppo di tutto il territorio agrigentino.
Le maggiori criticità rilevate riguardavano:
• difficoltà oggettive per la lettura degli elaborati che impediscono un’immediata valutazione e la effettiva individuazione e delimitazione delle aree e/o immobili che sono oggetto di puntuale disciplina come riportato nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.P.;
• documentazione cartografica e relativa delimitazione dei vari ambiti territoriali in difformità con quanto previsto dall’art. 143 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i., che prevede delimitazione e rappresentazione in scala idonea alla identificazione. Il PP de quo è stato redatto ed elaborato in scala 1:25.000, per cui le linee di demarcazione dei confini di tutela si trasformano in nastri della larghezza di 15 metri. L’incertezza dei confini può generare equivoci;
• mancata rappresentazione grafica e topografica di aree coincidenti con le linee di unione per cui risultano mancanti vaste porzioni di territorio: è il caso di parte del centro storico di Agrigento, della Valle dei Templi e del centro storico di Sciacca;
• l’assenza in diversi comuni della provincia di alcuni strumenti urbanistici vigenti, elementi fondamentali per redigere in conformità il piano ai sensi del comma 2 art. 133 del D.Lgs. 42/2004, ha probabilmente causato una valutazione ed una elaborazione viziata del P.P.;
• in riferimento alle prescrizioni del livello di tutela 2, dirette alla tutela dei paesaggi agricoli ed ai parchi urbani e suburbani, si evidenzia che, non avendo il P.P. efficacia retroattiva, esse sono valide in quanto negli strumenti urbanistici vigenti le aree siano classificate come Zone E, escludendo dalla prescrizione di cui al livello 2 anche quei territori che abbiano mutato destinazione urbanistica per effetto di piani attuativi quali piani di lottizzazione, nei casi in cui siano stati definiti gli aspetti relativi alla stipula di convenzioni vigenti ed efficaci;
• è stato posto vincolo boschivo o di rimboschimento in zone prive delle caratteristiche specifiche e con vocazioni differente;
• il Piano Paesaggistico Provinciale dovrebbe prevedere la disciplina della fascia costiera tramite previsione d’interventi di recupero e riqualificazione sia delle aree compromesse dalla speculazione edilizia legalizzata, sia quelle ancora incontaminate da tutelare, restituendo cosi uno strumento attuativo di riferimento e linee guida per i comuni della provincia di Agrigento per la stesura dei “Piani Spiaggia” previsti dalla L.R. n°15/2005. Il P.P. in questione non fornisce elementi utili per il recupero e la riqualificazione, ma pone le condizioni per l’aumento del degrado e la vetustà degli immobili. La zone costiera è, per la maggior parte, vincolata con prescrizioni di tutela 3, che vieta trasformazioni edilizie o urbanistiche. Sarà impossibile completare le opere di urbanizzazione primaria e migliorare in alcun modo il territorio; è palese la sproporzione tra i principi enunciati nella premessa e le scelte progettuali del Piano, povere e generiche, non in grado di dettare indirizzi e criteri di sviluppo compatibili con le norme di tutela.